PMI Italiane: solo l’8% impiega tecnologia di IA

Il divario con l’Europa resta ampio: tra carenze formative e freni culturali, cresce il ruolo delle imprese che investono su competenze e soluzioni integrate per diffondere l’innovazione e renderla più efficace

Solo l’8% delle PMI italiane utilizza tecnologie di intelligenza artificiale, contro una media europea del 15,5%. La digitalizzazione avanza, ma resta disomogenea: le grandi aziende integrano piattaforme e automazioni, mentre le piccole faticano per carenze organizzative, competenze e cultura. Secondo Istat, solo una PMI su quattro è digitalizzata, ma il tasso di adozione è triplicato in dieci anni. Un esempio virtuoso è Bluenext, software house nata nel 2015, che oggi conta 45 milioni di fatturato, 400 collaboratori e 18 sedi. Cresciuta con capitale familiare, ha investito in valore e acquisito realtà nei settori HR tech, farmaceutico e documentale, ampliando l’offerta per semplificare la gestione aziendale. Per il CEO Giacomo Mariotti, la tecnologia non basta: serve consapevolezza e impegno organizzativo. L’IA va integrata per potenziare persone e processi, non per sostituirli. Le politiche pubbliche aiutano, ma servono strategie industriali più lungimiranti. Bluenext punta a consolidare il proprio modello, rendendo la trasformazione digitale più accessibile per il tessuto produttivo italiano. La vera sfida, secondo Mariotti, è culturale: superare l’illusione che basti acquistare un software per innovare. È il cambiamento quotidiano, guidato da persone consapevoli, a fare la differenza. Solo così l’innovazione può diventare un processo diffuso, sostenibile e realmente competitivo.