Imprese italiane: fiducia alta, innovazione ancora lenta

Le imprese italiane guardano al 2026 con più ottimismo rispetto alla media europea: il 32% si aspetta un miglioramento del proprio settore, contro solo il 12% che prevede un peggioramento. Anche sugli investimenti l’atteggiamento è positivo: più di un quarto delle aziende pensa di aumentare la spesa, con un saldo di fiducia superiore a quello delle concorrenti Ue.

Dietro questo slancio resta però un ritardo sulle tecnologie di frontiera, a partire dall’intelligenza artificiale. Solo il 45% delle imprese adotta tecnologie avanzate e appena il 20% ha integrato l’IA in uno o più processi, molto meno della media europea, con le Pmi ancora più indietro delle grandi aziende.

Secondo la Bei, le aziende italiane stanno accelerando su innovazione e investimenti immateriali, ma per restare competitive nel lungo periodo devono puntare di più su IA e gestione dei rischi climatici. Due terzi delle imprese hanno adottato misure contro gli effetti del cambiamento climatico, ma spesso si limitano alle assicurazioni invece di investire in adattamento e prevenzione.

Quando spiegano cosa frena gli investimenti, le imprese indicano soprattutto l’incertezza e i costi dell’energia, mentre pochi citano la mancanza di personale qualificato. Questo può significare che le competenze più avanzate, soprattutto tecnologiche, vengono ancora cercate troppo poco rispetto a quanto accade nel resto d’Europa.