Non solo androidi o bracci meccanici: l’automazione robotica si caratterizza sempre più per l’uso dei bot, i software robot che consentono di aumentare la produttività e ridurre il tempo medio di esecuzione di compiti ripetitivi.
Un mercato in crescita: in Italia, nel 2021, i chatbot e i virtual assistant sono cresciuti del 34% e l’Intelligent Robotic Process Automation copre ad oggi il 10% del mercato italiano dell’IA, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.
Indice degli argomenti:
Che cos’è l’automazione robotica
L’automazione robotica è l’utilizzo di robot per automatizzare i processi produttivi.
In particolare, oggi è possibile integrare nelle diverse fasi della filiera di produzione:
- I robot cartesiani, che si muovono solo in linea retta lungo i tre assi del piano;
- i robot antropomorfi, ovvero i bracci robotici;
- i cobot, i robot collaborativi che condividono lo spazio di lavoro con gli esseri umani;
- gli AGV – Automated Guided Vehicle, i veicoli a guida automatica su percorso predefinito;
- gli AMR – Autonomous Mobile Robot, i robot mobili che ottimizzano in tempo reale il proprio percorso;
- agli APPS – Automated Picking Packaging Systems, i sistemi automatizzati di picking e packaging.
Ma attenzione: non tutti i robot richiedono una controparte fisica.
In particolare, se per automazione robotica si intende la traduzione italiana di RPA – Robotic Process Automation, questa si riferisce esclusivamente all’utilizzo di software intelligenti, i cosiddetti “software-robot” o bot, in grado di interagire in tempo reale e di eseguire in modo automatico attività ripetitive.
Il termine “software robot” è nato appunto per fare la differenza tra i sistemi basati sul software e i sistemi fisici, che non vengono eseguiti su dispositivi host ma installati nei singoli automi.
Ad esempio, il “robot-avvocato” o il “robot-giudice” non sono umanoidi ma software in grado di redigere documenti legali o confrontare sentenze e normative a seguito di machine learning.
Automazione robotica: come funziona
L’automazione robotica prevede l’integrazione di robot in una o più fasi della filiera produttiva.
A seconda delle esigenze, degli obiettivi da raggiungere, dei tempi di realizzazione e delle risorse disponibili, i progetti di automazione digitale possono differire enormemente.
Nell’ambito della RPA, quindi dell’esclusivo utilizzo dei software-robot, si distingue tra attended o unattended RPA, ovvero RPA assistita o indipendente.
L’RPA assistita è l’automazione robotica nei processi definita dalla collaborazione essere umano-bot, viceversa l’RPA indipendente funziona in modo autonomo.
I chatbot o gli assistenti virtuali rientrano nella RPA assistita, perché possono svolgere il loro compito all’interno dell’interazione con gli esseri umani. I bot indipendenti eseguono invece interi processi in modo autonomo, consentendo una automazione end-to-end e scalabile.
Mentre i chatbot devono essere attivati dagli utenti, i bot indipendenti si attivano secondo la programmazione e seguono il loro processo fino al completamento.
Automazione robotica: dove si usa
I robot cartesiani possono essere utilizzati nel pick and place e nell’automazione dell’imballaggio. I cobot possono essere usati per automatizzare le operazioni di assemblaggio e pallettizzazione di precisione, di controllo qualità, di machine tending. Gli AGV per la movimentazione e il trasporto delle merci, gli AMR per lo stoccaggio, gli APPS per il picking.
Quanto alla RPA vera e propria, ovvero all’utilizzo dei software robot, tra gli esempi di possibile utilizzo più diffusi:
- Scraping di siti web, ovvero la raccolta, elaborazione, sintesi e visualizzazione di dati specifici da siti di interesse;
- Elaborazione delle buste paga, estraendo i dettagli dai fogli di presenza;
- Individuazione di frodi bancarie, incrociando i dati disponibili;
- Pulizia dei dati;
- Elaborazione degli ordini, da inserire nei repository al momento della spedizione o come monitoraggio completo dall’inserimento al carrello al post-vendita;
- Controllo dei droni;
- Gestione delle richieste per l’attivazione di carte di credito;
- Elaborazione delle mail in arrivo, con suddivisione ed etichettatura automatica;
- Trasferimento dati tra sistemi, una volta impostati origine e destinazione;
- Elaborazione automatica di moduli;
- Generazione automatica dei rinnovi dei premi assicurativi e/o delle richieste di risarcimento;
- Riconciliazione degli estratti conto;
- Generazione notifiche di spedizione;
- Registrazione automatica degli accessi alle strutture sanitarie.
Quale è la relazione tra RPA e AI
La maggior parte dei software robot su cui si basa l’RPA non sono capaci di apprendere: ripetono ad alta velocità lo stesso compito, spesso semplice.
Tuttavia, RPA e AI sono in stretta correlazione: l’AI abilita “a monte” l’RPA “a valle”, ovvero l’AI integra l’apprendimento che fa funzionare meglio le regole su cui si basa l’RPA.
Ne sono esempi l’utilizzo dell’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) o della computer vision associati ai bot.
In particolare, due importanti trend in crescita sono: l’acquisizione cognitiva basata su algoritmi AI, che raccoglie dati eterogenei e li trasforma in formato strutturato, cosicché l’RPA possa procedere; l’orchestrazione dei processi, che coordina la gestione dinamica dei casi e la collaborazione tra macchine e persone.
L’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha definito un framework a tre livelli sull’integrazione tra RPA e AI:
1. Programmed RPA
Zero integrazione tra RPA e AI. L’RPA è programmata, basata su dati strutturati e task definiti e ripetitivi.
2. AI Assisted RPA
Poca integrazione tra RPA e AI. L’AI serve a supportare i robot in alcune specifiche attività, specie se non programmabili.
3. AI Driven RPA o BPM
Ai-Driven RPA è l’RPA a forte integrazione con l’AI. Viene anche chiamata Intelligent Business Process Management (BPM), perché consente di ottimizzare processi e percorsi.