Autorizzazioni, le scure sulla transizione: “così si frenano gli investimenti”

Un freno a mano tirato sulla transizione energetica. Confindustria Energia lancia l’allarme sul “nodo autorizzazioni”, un collo di bottiglia burocratico che rischia di bloccare miliardi di investimenti cruciali per l’autonomia strategica del Paese. Tempi biblici per le procedure, che secondo dati della Camera possono superare i 1.200 giorni per un Provvedimento Autorizzatorio Unico, rendono quasi impossibile rispettare gli ambiziosi obiettivi climatici.

«Non possiamo più ignorare la farraginosità dell’attuale sistema autorizzativo, vero collo di bottiglia per gli investimenti nel settore energia», ha dichiarato Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia, durante la terza conferenza annuale della federazione. Una situazione insostenibile che richiede un intervento normativo drastico: una legge quadro che fornisca regole chiare, tempi certi e processi decisionali snelli, in linea con l’evoluzione tecnologica e gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Il governo, da parte sua, ha mosso alcuni passi. Con il decreto legislativo 190/2024, entrato in vigore a fine 2024, ha introdotto un Testo Unico per le rinnovabili che mira a semplificare le procedure. Tuttavia, secondo gli operatori, persistono criticità che rischiano di vanificarne gli effetti.

La sfida è conciliare la tutela ambientale con l’urgenza di realizzare nuovi impianti, dalle rinnovabili agli accumuli, passando per le reti. Su questo fronte, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato la nomina a giorni del nuovo presidente della commissione Via-Pnrr, un passo atteso per accelerare le valutazioni.

Il settore industriale chiede un approccio pragmatico e neutrale dal punto di vista tecnologico, valorizzando tutte le opzioni disponibili per la decarbonizzazione: gas, idrogeno, biocarburanti, nucleare di nuova generazione e cattura della CO2. Per gli investitori, la certezza del diritto è il prerequisito fondamentale, come sottolineato anche dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che invoca incentivi automatici per superare l’incertezza. Per l’Italia, sbloccare i cantieri dell’energia significa non solo centrare i target Ue, ma soprattutto garantire sicurezza, competitività e un futuro sostenibile per cittadini e imprese.